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Bracconaggio: sei rapaci uccisi a Roma in poche settimane. Lipu: "Nuove norme subito"

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Bracconaggio: sei rapaci uccisi in provincia di Roma e altri tre impallinati in poche settimane. Tra le vittime ricoverate al Centro recupero della Lipu a Roma specie come biancone, sparviere, falco di palude e gheppio.
Altri due rapaci impallinati nel genovese.

Arrivano con fratture multiple alle ossa in più punti, e spesso non ce la fanno a sopravvivere a causa delle gravi ferite riportate. E’ accaduto nelle ultime settimane in provincia di Roma e a denunciarlo è la Lipu, che ha ricoverato, nel proprio centro recupero della fauna selvatica attivo nella Capitale, una decina di esemplari di specie protette impallinati.

Sei, nel complesso, i rapaci deceduti, tra i quali un biancone, un falco di palude (un giovane nato quest’anno), due sparvieri, due gheppi, mentre tra i sopravvissuti e ancora tuttora ricoverati ci sono un falco pellegrino e un airone guardabuoi.
Mentre anche da altre parti d'Italia giungono notizia di rapaci impallinati, due nel genovese di cui un falco pellegrino sopra Moneglia, in provincia di Genova.
Preziosa la collaborazione con i guardiaparco di alcune aree protette, che hanno consegnato gli animali al Centro recupero della Lipu: il falco di palude è stato raccolto a Ponzano Romano dai guardiaparco della Riserva naturale regionale Nazzano Tevere-Farfa, mentre lo sparviere è stato soccorso a Velletri dai guardiaparco della Riserva regionale Castelli romani.
Per denunciare la grave situazione del bracconaggio nel nostro Paese e chiedere un inasprimento delle pene la Lipu ha lanciato nel 2019 la campagna #Stopbracconaggio, grazie alla quale ha inviato di recente al premier Giuseppe Conte e al ministro dell’Ambiente Sergio Costa ben 180mila firme raccolte via web.
L’iniziativa, che si svolge nell’ambito della campagna internazionale #Flightforsurvival, è ancora attiva sul sito web www.lipu.it e chiede al Governo e al Parlamento di intervenire subito con un disegno di legge contro il bracconaggio, prevedendo sanzioni più severe e rapportate ai ricavi illeciti che se ne possono trarre e ai danni arrecati alla biodiversità, così come un rafforzamento dei controlli delle forze di polizia, anche col ripristino delle funzioni di vigilanza venatoria delle polizie provinciali. Così come l’introduzione della responsabilità oggettiva degli istituti di caccia per gli atti di bracconaggio: laddove si verificano abbattimenti di specie protette l’attività venatoria è sospesa.
Siamo in attesa che il Governo emani il disegno di legge del Collegato ambientale già da tempo annunciato – dichiara Aldo Verner, presidente della Lipu – che dovrebbe finalmente contenere le norme contro il bracconaggio. Le aspettiamo da troppo tempo e ogni giorno che passa fa segnare nuovi gravi episodi. Con gli strumenti e l'approccio attuale non siamo in condizione di vincere questa sfida, nonostante il grande sforzo delle associazioni e delle forze dell'ordine impegnate. Il ministro Sergio Costa ne è consapevole ed anzitutto a lui chiediamo più impegno per arrivare alla svolta".

 

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Foto Crfs Lipu a Roma © Foto Crfs Lipu a Roma