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Steppe

Le steppe italiane sono costituite da paesaggi seminaturali aridi, caratterizzati dal predominio della vegetazione erbacea. 

Formatisi nei secoli in seguito all’esercizio del pascolo primariamente ovino, questi ambienti rappresentano oggi una delle tipologie di habitat più minacciate a livello nazionale ed internazionale.

Niente acqua, nessun albero, solo l’orizzonte aperto: per tali ragioni le steppe sono spesso considerate come terra incolta e quasi inutile. Si tratta invece di habitat molto importanti, per quanto discreti, con specie floristiche poco appariscenti (in gran parte graminacee) e uccelli dai colori mimetici.

Le praterie aride sono concentrate nelle aree mediterranee del sud Italia, prevalentemente nelle due isole maggiori, in Puglia e nel Lazio. Qualche esempio di ambienti riconducibili a questa tipologia può essere tuttavia trovato anche in altre zone d’Italia, come ad esempio nel caso dei magredi friulani o delle vallate xeriche alpine. 

Tra gli uccelli più rappresentativi degli ambienti steppici italiani c'è il Grillaio, di cui il nostro paese ospita probabilmente la seconda popolazione mondiale per dimensione. Il Grillaio può nidificare sia in ambienti urbanizzati (in particolare in Puglia e Basilicata) che in caseggiati diroccati e masserie isolate  Famoso è il caso della città di Matera, dove un singolo pino domestico ha a lungo ospitato uno dei più grandi dormitori (“roost”) conosciuti.

Altro caso di grande importanza è quello della Gallina prataiola, oggi drammatico simbolo delle steppe che scompaiono. Si tratta di una specie in fortissima regressione, scomparsa di recente anche dalle steppe della Puglia, che era ultimo baluardo del territorio peninsulare italiano. Il futuro della specie è ora legato alla Sardegna, ultima regione ad ospitare questa bellissima specie, caratterizzata da spettacolari parate nuziali in arene (assembramenti di maschi e femmine a scopo di accoppiamento). 

Un analogo destino è attualmente condiviso dalla maggior parte dei passeriformi legati agli ambienti steppici, tra cui l’Averla capirossa e l’Averla cenerina, vittime di un gravissimo declino numerico, la Calandra, la Calandrella, il Calandro, e lo Zigolo capinero, la cui distribuzione è limitata a pochissime aree. Anche il Lanario appare in grave calo in tutto il nostro Paese. 

Il fattore preponderante per la sopravvivenza della Gallina prataiola come di tutte le specie steppiche è la persistenza dell’habitat, che dobbiamo tutelare a tutti i costi dopo i decenni di scellerata conversione ad aree ad agricoltura intensiva, e di fronte al rischio di distruzione attraverso la realizzazione in aree non idonee di ulteriori impianti eolici.

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Gallina prataiola
Gallina prataiola © Michele Mendi

Prive di acqua e di alberi, le steppe sono spesso considerate un ambiente vuoto ed "inutile", ignorandone le caratteristiche peculiari e le forme di vita preziose che ospitano, tra cui la minacciata Gallina prataiola