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Praterie montane e Ambienti di alta quota

Gli ambienti di alta quota sono costituiti da un mosaico di habitat “aperti”, cioè non forestali, presenti in montagna (Alpi e in parte Appenini).

Si tratta di ambienti di grande fascino, dalle sorgenti di acqua limpida alle fioriture estive alla brughiera  - che rappresentano l'habitat tipico di molte specie animali, tra cui vari uccelli.

La Pernice bianca, vero relitto delle glaciazioni e specie adattata al freddo per eccellenza, presente in Italia solo sull’arco alpino; il Fringuello alpino, che si nutre di insetti presenti in prossimità delle chiazze di neve; il Gipeto, avvoltoio di grandi dimensioni estintosi nelle Alpi nel 1913 e reintrodotto grazie a un progetto internazionale; i gracchi alpini e corallini, il Codirossone, il bellissimo Picchio muraiolo (la cosiddetta "Farfalla delle Alpi”) e ancora il Sordone, lo Spioncello, il Culbianco fino a quell'altro simbolo della wilderness alpi quale il Gallo forcello.

Gli ambienti di alta quota, e con essi l'avifauna alpina, sono minacciati da numerosi fattori. Negli ultimi decenni abbiamo assistito a un’espansione della foresta verso le alte quote, causata in alcune aree dall’abbandono delle attività agro-pastorali e favorita dai sempre più rapidi cambiamenti climatici, con l'aumento delle temperature che provoca l'innalzamento del limite arboreo.

A ciò si aggiunge la crescita a dismisura della vocazione ricettiva delle Alpi, con l’affermarsi di un turismo di massa durante sia la stagione estiva che quella invernale, cioè quando la fauna alpina è più vulnerabile. Piste da sci, impianti di risalita, costruzione di strade a diversa viabilità, rappresentano le principali forme di alterazione del paesaggio, che hanno comportato livelli insostenibili di distruzione di habitat e l’aumento generalizzato della presenza e del disturbo antropico anche alle quote più elevate.

Un peso ulteriore è rappresentato dal cambio delle modalità di pascolo, con la pressocché completa sparizione delle piccole mandrie di vacche brune alpine al pascolo, sostituite da enormi greggi di ovini o di razze bovine più produttive, sebbene non adatte alla montagna. Forte erosione dei versanti e stravolgimento dei pascoli sono le inevitabili conseguenze.

Tra le specie più sensibili appaiono senza dubbio la Pernice bianca (su cui grava anche la persistente pressione venatoria),e il Fringuello alpino, per le quali è particolarmente urgente la protezione dei cosiddetti "rifugi climatici", ovvero quelle aree che, resilienti alle trasformazioni dovute ai cambiamenti climatici, possono rappresentare vere e proprie oasi di salvezza per queste ed altre specie montane.

 

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Prateria montana
Prateria montana © Luca Celada

Gli ambienti di alta quota sono luoghi di grande bellezza, con paesaggi affascinanti e molte specie animali ospitate, tra cui varie specie di uccelli