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Mosaici mediterranei

Situata nel cuore del Mediterraneo, l'Italia gode della grande ricchezza degli ambienti mediterranei, i quali, pur in una millenaria storia di coesistenza con una cospicua presenza umana, hanno per lungo tempo ospitato una natura variegata e rigogliosa.

L'accelerazione delle attività umane negli ultimi tempi ha tuttavia inferto colpi molto duri a questi ambienti, in molti casi compromettendoli.

Sempre più rare si sono fatte le grandi aree di macchia o di foresta mediterranea indisturbate, costrette a lasciare spazio a paesaggi a mosaico (appunto, i mosaici mediterranei) dove si alternano colture tipiche e habitat originali. Questa tipologia raggruppa oggi una vastissima gamma di paesaggi, anche molto diversi tra loro: pinete, querceti, cespuglietti submediterranei, macchia e gariga mediterranee, coltivi di vario genere, pascoli aridi. 

Nella gran parte dei casi si tratta di ambienti profondamente modellati dalle attività umane e sottoposti a un'elevata pressione antropica, per quanto permangano anche aree relativamente indisturbate nelle aree montuose mediterranee o nei limitati tratti di costa delle aree protette, che sono dunque, oggi, da conservare a tutti i costi.

Molteplici sono le minacce per i mosaici mediterranei: distruzione e frammentazione di habitat causata dall’urbanizzazione, realizzazione di infrastrutture spesso inutili e a volte mal localizzate (si pensi agli impianti eolici), intensificazione ed espansione agricola, sovrapascolo eccetera. 

Per alcune specie di uccelli, come ad esempio molti rapaci, il problema principale rimane il disturbo antropico e la persecuzione diretta, estremamente diffusi in questi ambienti. A soffrirne sono specie come il Falco pecchiaiolo, il Nibbio bruno, il Nibbio reale e l’Albanella minore, specie che nidifica a terra in aree coltivate e dunque per la quale è particolarmente importante che i nidi non vengano distrutti durante la fase di raccolto.

Da notare il caso dell’Aquila di Bonelli, specie un tempo presente in tutta l’Italia meridionale e oggi confinata alla Sicilia, spesso vittima del prelievo dei pulli al nido per alimentare un traffico illegale legato alla pratica della falconeria. Trovatasi sul baratro dell’estinzione nel nostro Paese (meno di 20 coppie a inizio degli anni 2000), è stata salvata da un grande programma d'azione imperniato sulla sorveglianza dei nidi. 

Positive sono le notizie relative al Falco pellegrino e al Grillaio (fino a poco tempo fa specie minacciata a livello globale), mentre grande preoccupazione desta il futuro del Lanario, specie simbolo delle zone mediterranee, in grave pericolo e costante diminuzione, e del Capovaccaio, avvoltoio migratore oramai sull'orlo dell'estinzione in Italia.

Gli ambienti misti mediterranei sono anche la casa di numerosi galliformi come le pernici (la Coturnicedi Sicilia, sarda ela Pernice rossa), soggette a un inaccettabile prelievo venatorio e a manomissioni di tipo genetico, e di molti Passeriformi come Averla piccola, Averla capirossa, Averla cenerina, Magnanina comune, Magnanina sarda, Sterpazzola della Sardegna, Monachella, Zigolo nero, Cappellaccia. Occhione, Succiacapre, Ghiandaia marina.

Al di là delle minacce già descritte, l’ecoregione mediterranea dovrà anche e sempre più fare i conti con i cambiamenti climatici che già si fanno sentire e che, secondo le previsioni, cresceranno nel prossimo futuro. Tra le conseguenze previste, si avrà un aumento di frequenza e intensità degli incendi, un aumento della temperatura media estiva, una diminuzione della risorsa idrica, l’innalzamento del livello marino con conseguente salinizzazione della falda acquifera costiera. 

Da non dimenticare, come già accennato, il problema della cattiva localizzazione degli impianti eolici, che soprattutto per certe specie rare può esser davvero un fattore letale.

Insomma, anche per i mosaici mediterranei dobbiamo agire, efficacemente e con urgenza.

 

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Tipico ambiente misto mediterraneo
Tipico ambiente misto mediterraneo © Pietro Fadda

L'Italia gode della grande ricchezza degli ambienti mediterranei, che hanno a lungo ospitato (e continuano ad ospitare) una natura variegata e rigogliosa ma oggi sono sottoposti a pressioni antropiche forti, che li mettono a serio rischio