Ambienti urbani
Dal punto di vista naturalistico e ambientale, le città rappresentano oggi luoghi di particolare problematicità e di altrettanta importanza.
L'inurbamento verificatosi nel corso degli ultimi decenni, con grandi numeri di persone spostatesi dalla campagna (o dai piccoli centri) alle città, ha aumentato fortemente la popolazione urbana, creando problemi di sostenibilità ambientale di vario tipo incluso atteggiamenti e impatti negativi nei confronti della biodiversità cittadina, che in molti casi continua tuttavia ad essere ricca e interessante.
Gli ambienti urbani offrono già ora svariati vantaggi alle specie selvatiche: l'assenza di attività venatoria, la presenza di parchi e aree verdi, con una variegata struttura vegetazionale non sempre presente negli ambienti agricoli, un limitato utilizzo di pesticidi ed erbicidi nonostante (per altri versi) il forte inquinamento legato al traffico veicolare e al riscaldamento delle case.
Questi elementi fanno sì che nelle nostre città siano presenti molte specie animali, e in particolare molte specie di uccelli, con presenze consolidate ma anche interessanti novità.
Alle numerose colonie di rondoni comuni e alle più rade colonie di rondoni pallidi, situate nei palazzi delle nostre città (con casi di rondoni maggiori come quelli allo Stadio San Siro di Milano), si aggiunge la cospicua presenza di diverse specie di fringillidi (Fringuello, Verzellino, Cardellino e Verdone) ovunque vi sia un po' di verde alberato. Il Codirosso comune canta spesso dai tetti, così come frequenti sono i canti di cinciarelle, cinciallegre, capinere, pettirossi, scriccioli. Il Merlo è a sua volta oltremodo presente, con densità più elevate in città che negli ambienti agricoli e boschivi naturali, così come la Tortora dal collare orientale, che da vari decenni ha preso "cittadinanza" italiana e urbana in particolare.
Il Picchio rosso maggiore e il Picchio verde sono ormai abitanti urbani piuttosto comuni, soprattutto nelle città più grandi, e non è raro imbattersi, nelle ore serali o notturne, nel richiamo di strigiformi come l’Allocco, l'Assiolo, la Civetta o persino in dormitori di Gufo comune. Quanto ai passeri (Passera d’Italia e Passera mattugia), un tempo così presenti al punto da caratterizzarsi come la specie ornitica forse più tipica della città, oggi sono in evidente declino, per ragioni non ancora del tutto chiarite.
Anche gli ambienti acquatici possono svolgere un ruolo essenziale per molte delle nostre città, contribuendo alla biodiversità e alla presenza di specie come il Germano reale, la Gallinella d’acqua, l’Airone cenerino. Piuttosto comune è presenza di rapaci diurni, e in particolare del Gheppio e del Falco pellegrino (note le sue nidificazioni sul Pirellone a Milano e sul campanile di San Giovanni, nel centro della città di Parma), così come si è notevolmente diffusa quella del Grillaio nelle regioni del sud, che dalla vasta colonia della città di Matera ha allargato il proprio areale arrivando a popolare, nella bella stagione, molti altri centri urbani.
Un discorso a parte meritano specie come il Piccione di città, il Gabbiano reale e la Cornacchia grigia, considerate "problematiche", per una convivenza non sempre facile con la popolazione umana. E' proprio da queste specie che, in realtà, si dovrebbe partire per rivedere le modalità gestionali delle nostre città, troppo spesso amministrate e vissute in modo non ottimale, con errate politiche di gestione dei rifiuti e cattive abitudini dei cittadini.
Più in generale, da cambiare (capovolgere) è la logica della città che consuma ambiente naturale, a beneficio di una città che si preoccupa di ospitare natura, di arricchirsi con presenze di verde, fiori, siepi, acqua, di fare spazio alle altre specie viventi e fornire loro le connessioni vegetali necessarie per spostarsi. Da un lato, l'incremento del verde diffuso, con il cosiddetto "terzo paesaggio", la vegetazione spontanea considerata spesso erbaccia e invece essenziale per la presenza di insetti impollinatori e altri animali, ma anche con le aiuole residuali e persino i balconi. Dall'altro, l’idea di rete ecologica urbana o infrastruttura verde, che consiste nel connettere i parchi e gli spazi verdi esistenti (anche privati) in un’unica rete, fruibile dalla biodiversità e dalle persone.
Ma occorre altresì incrementare il verde diffuso anche nei piccoli spazi come possono essere le aiuole residuali o persino i balconi, innescando quel processo di “greening” delle città di cui tutti abbiamo assolutamente bisogno.
La sfida dei prossimi anni e decenni è di cambiare positivamente il volto degli ambienti urbani, innescando quel processo di “greening” delle città grazie al quale la natura possa essere più presente, fornirci i suoi servizi ecosistemici (materiali e immateriali) e migliorare la qualità delle nostre vite. Ambiente e società umane assieme, in un progetto comune.
Nidificazione dell'avifauna e gestione dell'ecosistema urbano
Articolo sulla tutela della nidificazione in ambito urbano