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100.000 firme fermano i richiami vivi

“Il Senato approva”. Era il 2015 quando la Lipu, appresa la notizia, iniziava a festeggiare, dopo decenni di battaglie e una lunga campagna iniziata nel 2013, ma di fatto portata avanti fin dalla sua nascita nel lontano 1965

L’odiosa pratica dei richiami vivi, ossia gli uccelli selvatici catturati e utilizzati nella caccia per attrarre propri simili, era giunta al capolinea. Il Senato approvava infatti l’articolo 21 della legge europea, che proibisce la cattura dei richiami vivi con i mezzi vietati dalla direttiva Uccelli, tra cui reti, trappole e vischio, rendendola sostanzialmente impossibile. Fu il frutto della campagna “NO ai richiami vivi” e della grande petizione che la Lipu lanciò per sostenerla, che raccolse ben 100mila firme di soci e amici.
L’utilizzo degli uccelli come richiami è una pratica particolarmente crudele legata alla caccia. Colpisce ogni anno migliaia di piccoli uccelli migratori come allodole, cesene, merli, tordi, colombacci e pavoncelle. La Lipu disse basta con una grande petizione.
Ancora oggi purtroppo gli uccelli utilizzati come richiami vivi illegalmente vengono catturati, rinchiusi in piccole gabbie e sottoposti per tutta la vita a una detenzione durissima. Questo segna la fine della loro libertà e l'inizio di un'esistenza di sofferenze. Sono tenuti forzatamente al buio in modo che perdano la percezione del tempo e cantino fuori stagione. Il loro canto splendido diventa strumento di morte. Vengono infatti utilizzati dai cacciatori, in autunno e in inverno, come esche sonore per attirare altri uccelli selvatici, da abbattere a fucilate.