Lipu Onlus, natura, uccellie animali selvatici in Italia
Martedì, 20 Agosto 2013 13:38

Riserva naturale Ca' Roman

Località Ca 'Roman, Venezia. Nella porzione meridionale della laguna di Venezia, all’estremità sud di Pellestrina, di fronte alla città di Chioggia.
Apertura al pubblico A luglio e ad agosto la Riserva naturale è molto frequentata da turisti e bagnanti. Il periodo migliore per visitarla va da marzo a giugno e da settembre a novembre, dove, in tranquillità, sono possibili osservazioni faunistiche. Visite guidate: per informazioni e prenotazioni si consiglia di contattare il Responsabile Lipu.
Come arrivare Ca’ Roman è facilmente raggiungibile da Chioggia (dove c’è possibilità di parcheggio). Dall’imbarcadero del servizio pubblico ACTV parte il battello n.11 diretto a Pellestrina. Ca’ Roman è la fermata intermedia, raggiungibile in circa 12 minuti. Partendo da Venezia, si arriva al Lido. Da qui è necessario prendere sino al capolinea (Cimitero) l’autobus n.11 diretto a Pellestrina, da dove parte il battello ACTV per Chioggia. In alternativa, si può percorrere a piedi il murazzo (lungo circa 1800 metri) sino all’Oasi. Dal Lido Ca’ Roman è raggiungibile in circa 1 ora. Per orari e costi dei biglietti ACTV (che prevedono sconti per le scolaresche) rivolgersi al servizio informazioni: 041 2424.
Superficie 48 ettari
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Telefono 340 6192175
Responsabile Luca Mamprin

Unita a Pellestrina dalla diga artificiale dei "murazzi", Cà Roman costituisce il lembo meridionale dei lidi che, da Cavallino a Chioggia, separano la laguna di Venezia dal mare. Cà Roman conserva, grazie al suo relativo isolamento, uno degli ambienti dunali più integri di tutto l'alto Adriatico e vanta, nonostante le ridotte dimensioni, una straordinaria ricchezza faunistica: è situata, infatti, su una delle più importanti rotte migratorie d'Italia e moltissime specie d'uccelli (190 censite complessivamente sino al 2012) la utilizzano in autunno e primavera per riposarsi e nutrirsi prima di riprendere il viaggio.

Habitat

Per le sue valenze naturalistiche Ca' Roman è un Sito di Importanza Comunitaria (SIC) e Zona di Protezione Speciale (ZPS). Tra le specie sedentarie si osservano il Martin pescatore, il Gabbiano comune, il Gabbiano reale ed il candido Gabbiano corallino. Tra gli ospiti estivi spiccano il crepuscolare Succiacapre, l'elusivo Assiolo e il coloratissimo Gruccione.

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Nel periodo invernale lo Sparviero, il Falco pellegrino ed il Falco di palude battono Ca' Roman all'incessante ricerca di prede, mentre, nel mare e nella laguna che circondano l'Oasi, sono presenti numerosi uccelli provenienti dal nord Europa: lo Svasso piccolo, lo Svasso maggiore e lo Smergo minore. L'Occhiocotto e lo Zigolo nero testimoniano con la loro presenza il carattere termofilo di Ca' Roman.

Vanto e principale motivo di istituzione dell'Oasi prima (Cà Roman nasce come Oasi di protezione faunistica alla fine degli anni '80) e della Riserva naturale dal 2012 sono due specie di Uccelli, il  Fratino e il Fraticello. Durante la riproduzione sono seguite grazie alle misure di protezione messe in atto dalla Lipu e dagli Enti locali (Provincia e Comune di Venezia). A Cà Roman la pulizia della spiaggia con mezzi meccanici è bandita e vengono asportati a mano i soli rifiuti di origine antropica. Queste misure gestionali garantiscono la tutela degli habitat dunali e la salvaguardia di una microfauna di battigia unica al mondo ed in via d'estinzione (come i coleotteri Parallelomorphus laevigatus o la Phaleria bimaculata).

Un po' di storia. Nel 1911, con la costruzione della diga foranea, la morfologia originaria della zona (una scanno sabbioso stretto e lungo) subisce un profondo cambiamento. La diga, infatti, intercettando i sedimenti sabbiosi portati dalla corrente marina, determina un rapidissimo avanzamento dell'arenile. Questo processo continua anche ai nostri giorni, registrando, negli ultimi 4 anni, un avanzamento della linea di costa di circa 11 metri.

Nel 2003 sono iniziati i lavori del MOSE (il sistema di paratoie mobili che dovrebbe difendere Venezia dalle acque alte eccezionali). A Cà Roman, la realizzazione delle sue opere complementari (conca di navigazione, porto rifugio e terrapieno) ha comportato la distruzione di oltre tre ettari di habitat tutelato dalla Comunità europea. Un danno ambientale grave ed inutile: le stesse opere potevano, infatti, essere realizzate in altri siti e, oltretutto, a costi minori.

foto S. Brugnerafoto S. Brugnera

Servizi e strutture

La Riserva naturale dispone di un gazebo in legno (Punto informazioni) e di sentieri-natura dotati di pannelli didattici ed informativi.

Da visitare in zona

La Lipu organizza, a metà maggio ed ai primi di ottobre, gite in barca per scoprire i caratteristici habitat della laguna sud e la sua affascinante fauna alata.

Martedì, 20 Agosto 2013 13:33

Riserva naturale Saline di Priolo

Località La Riserva naturale Saline di Priolo, Priolo Gargallo (SR), è una zona umida formante un triangolo proteso verso l’istmo che congiunge la terra ferma di marina di Melilli con la Penisola Magnisi, poco a nord della città di Siracusa.
Apertura al pubblico La Riserva è aperta al pubblico tutto l'anno, tutti i giorni. Visite guidate per gruppi o scolaresche devono essere prenotate, contattando gli uffici della Riserva.
Come arrivare Per raggiungere la Riserva è necessario percorrere la ex-strada statale 114 Siracusa–Catania, imboccando poi la strada secondaria con indicazione "Thapsos" (lato opposto ingresso ERG), e arrivati poco dopo la centrale Enel, si incontra l’ingresso principale.
Superficie 40 ettari
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Telefono 0931 735026
Responsabile Fabio Cilea

Prima dell’impianto del polo industriale Siracusa-Priolo Gargallo, la salina e l’habitat costiero a dune erano estesi per diversi chilometri. La bellezza e il fascino di questi luoghi vengono decantati, tra gli altri, anche da Virgilio, Ovidio, Tucidide e da Stefano di Bisanzio. Oggi la Riserva Naturale orientata "Saline di Priolo" salvaguarda l’ultimo lembo di un’ampia zona umida che occupava un ampio tratto di costa tra Priolo e Marina di Melilli (SR). Nell’area sono state censite 216 specie di uccelli, ossia circa il 40% di tutte quelle osservate ad oggi in Italia.

Habitat

Le motivazioni che hanno giustificato la creazione della Riserva vanno ricercate da un lato nell’evidente valore di testimonianza di questo lembo superstite di naturalità in una fascia costiera pesantemente trasformata dagli interventi umani, dall’altro nell’interesse oggettivo che hanno ormai anche piccole superfici di zona umida per il mantenimento della ricchezza faunistica del territorio.

By Salvo Cannizzaro - www.geolocation.ws, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=31867755

Tra queste, di particolare interesse è la poco comune Sterna maggiore, scelta come logo della Riserva in virtù del fatto che vi si osservano in migrazione autunnale i contingenti più elevati d’Italia con conteggi stagionali totali di 150-350 individui. Rilevante anche la nidificazione di anatidi quali la Moretta tabaccata, la Volpoca e il Mestolone. Per questi ultimi due in riserva sono stati documentati i primi casi di nidificazione per la Sicilia. In autunno, in particolare, si osservano stormi di diverse migliaia di limicoli, centinaia di ardeidi, migliaia di mignattini, e numerose altre specie.

Numerose le specie accidentali per l’Italia osservate in riserva: tra queste ricordiamo il primo ed unico Corriere di Leschenault, l’unico Beccaccino stenuro per l’Europa, il Piro piro fulvo, pettorale e Terek, la Sterna di Ruppell, la Silvia di Ruppell, il Chiurlottello e molti altri. Anche i Rettili e gli Anfibi annoverano alcune specie tra cui il bellissimo anfibio Discoglosso dipinto e la Lucertola Podarcis wagleriana, endemismo siciliano.

La Riserva Naturale orientata Saline di Priolo è stata istituita dalla Regione Siciliana nel 2000 ed affidata in gestione alla Lipu.

foto F. Cileafoto F. Cilea

Servizi e strutture

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La sede della Riserva è dotata di bacheche didattiche divulgative e biblioteca naturalistica ben fornita a disposizione dei visitatori. Strutture di ricezione pubblico e di fruizione della riserva, come capanni di osservazione e sentieri natura, sono attualmente in fase di allestimento. Gli operatori Lipu della Riserva, sono sempre a disposizione dei visitatori per mostrare i vari aspetti naturalistici dell’area e spiegarne l’importanza e la peculiarità. Molteplici le attività organizzate: escursioni guidate, numerose iniziative di educazione ambientale, in particolare nelle scuole elementari e medie, vigilanza, ricerche, censimenti e monitoraggio continuo della fauna e della flora della riserva e dell’area in genere.

Da visitare in zona

A poche centinai di metri dalla Riserva si trova la Penisola Magnisi, naturale estensione e completamento della stessa. Quest’area è di inestimabile valore archeologico e naturalistico. L’intera zona è costellata infatti dalle testimonianze della civiltà preistorica e protostorica (XV-IX a.C.) di Thapsos: necropoli a grotticelle, e fondamenta delle abitazioni del primo villaggio organizzato conosciuto in Sicilia.

Sotto il profilo naturalistico, l’area conserva un habitat steppico che ospita una popolazione nidificante di Calandra e Calandrella con densità raramente riscontrate in Europa; inoltre, il raro Occhione ha qui la popolazione nidificante conosciuta più importante della Sicilia. In primavera la penisola è luogo di sosta vitale per migliaia di passeriformi migratori tra cui il rarissimo Culbianco isabellino e la Monachella. Da sfondo alla riserva, in lontananza, si fa ammirare il bellissimo bastione montuoso del Monte Climiti, luogo che racchiude condensata in se tutta la bellezza, il mistero e la natura degli Iblei, montagne ricche di storia e natura. A pochi chilometri la splendida città di Siracusa, ricca di arte e archeologia

Martedì, 20 Agosto 2013 13:26

Riserva naturale Isola delle Femmine

Località Isola delle femmine (PA), Via Piano Ponente 25. La Riserva è situata a circa 500 metri dalla costa, nel Comune di Isola delle Femmine, a 15 chilometri da Palermo e a 7 dall'aeroporto Falcone-Borsellino (Punta Raisi).
Apertura al pubblico La Riserva è aperta al pubblico tutti i giorni da giugno a settembre, da ottobre a febbraio dal lunedì al venerdì. Visite guidate devono essere prenotate al Centro visite. Dal primo marzo al trenta giugno la riserva è chiusa al pubblico a causa della stagione riproduttiva dell’avifauna. Possibili chiusure nei mesi invernali per le condizioni meteomarine avverse che non permettono l'attracco all'isola.
Come arrivare Da Palermo, imboccare la circonvallazione in direzione Trapani, immettersi sulla autostrada A29 (Palermo-Trapani), uscire dopo circa 5 chilometri, allo svincolo di Isola delle Femmine, proseguire per il centro della cittadina e seguire le indicazioni per "Torre in terra". Gli uffici dell'Oasi si trovano a pochi metri dalla torre.
Superficie 15 ettari
email

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Telefono/Fax 091 8616167
Responsabile Vincenzo Di Dio

Il suo nome sembra derivare da "Insula Fimi", isola di Eufemio, dal nome di Eufemio da Messina, governatore bizantino della Sicilia. L'isolamento geografico, che offre protezione dalle aggressioni umane e la ricchezza di risorse alimentari costituiscono gli elementi caratterizzanti di quest'isola. Queste condizioni ambientali premettono ad oltre cinquanta specie di uccelli di frequentarla. Le varie specie si alternano durante l’anno, anzi possiamo dire che l’avvicendarsi delle specie scandisca l’alternanza delle stagioni in modo più puntuale del calendario.
La Riserva Naturale Orientata Isola delle Femmine è stata istituita nel 1997 dalla Regione Siciliana e da allora è gestita dalla Lipu. L’isola è anche sito Natura 2000 e Geosito.

Habitat

L'isola è un punto strategico durante le migrazioni: su di essa si fermano, infatti, per riprendere le forze prima di ripartire, il Piro piro piccolo, l'Airone cenerino, il Martin pescatore, la Garzetta e numerosissimi piccoli passeriformi. Anche alcuni rapaci delle aree circostanti, quali la Poiana ed il Falco pellegrino, frequentano l’isola. Il Merlo e l’Occhiocotto sono nidificanti. La specie che è sicuramente più vistosa è il Gabbiano reale mediterraneo, che qui nidifica con alcune centinaia di coppie, una delle colonie più significativa del Mar Tirreno.
Oltre alle diverse specie di uccelli sono presenti la Lucertola campestre, il Biacco e due specie di Gechi. Nell’anno 2021 è stata scoperta una piccola chiocciola terrestre, la Siciliaria leucophryna microinsularis, che è endemica cioè esiste solo sull’Isola delle Femmine. I fondali che circondano l’isola ospitano il trottoir a Vermetidi, una biocostruzione simile alle barriere coralline ma realizzata da molluschi caratteristica di pochi siti del Mediterraneo.

Servizi e strutture

Il sentiero natura consente di visitare la riserva raggiungendo i punti di maggiore interesse. Il Centro visite dell'Oasi è localizzato in una delle piazze principali del paese dove è possibile parcheggiare con facilità. Il piccolo e caratteristico borgo marinaro di Isola delle Femmine offre ampie possibilità di pernottamento e ristorazione. Attenzione: l’isola ed il comune hanno lo stesso nome ma sono posti uno di fronte all’altra.

Da visitare in zona

La vicina Riserva dello Zingaro, splendido esempio di ambiente costiero con ricca fauna e flora della macchia mediterranea. E naturalmente la città di Palermo.

Martedì, 20 Agosto 2013 13:18

Riserva naturale Biviere di Gela

Località Gela (CL) Nella Sicilia meridionale, tra Agrigento e Sciacca, in prossimità del mare. La Riserva ricade per intero nel territorio comunale di Gela.
Apertura al pubblico La Riserva è aperta al pubblico tutto l'anno, tutti i giorni (con orario 8.30 - 13.30 e 14.30 - 17.30). Visite guidate per gruppi o scolaresche devono essere prenotate, contattando gli uffici della Riserva.
Come arrivare Per giungere alla Riserva è necessario percorrere l’autostrada A19 (Palermo-Catania), uscendo nella strada a scorrimento veloce Caltanissetta-Gela; arrivati a Gela prendere la strada litoranea in direzione Ragusa seguendo le indicazioni per la Riserva.
Superficie 330 ettari
web www.riservabiviere.it
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Telefono/Fax 3456612743 - 3455755044
Responsabile Emilio Giudice

Grazie alla posizione geografica e alle condizioni climatiche la Riserva naturale Biviere di Gela è una delle più importanti zone di migrazione e di sosta degli uccelli acquatici che passano qui il lungo inverno prima di tornare nel Nord Europa.

La Riserva Naturale orientata Biviere di Gela è stata istituita dalla Regione Sicilia nel 1997 e da allora affidata in gestione alla Lipu.

Habitat

Nella stagione fredda il lago offre rifugio soprattutto ad anatre, come il Moriglione ed il Fischione, e ai primi migratori tra cui la Marzaiola e il Mestolone. Con la primavera fanno invece la loro comparsa i migratori provenienti dall'Africa: l'Airone cenerino e il più raro Airone rosso, la Garzetta e la Sgarza ciuffetto.

Tra le specie meno diffuse il Tarabuso, la Moretta tabaccata e il Mignattaio, simbolo dell'area protetta. Nei mesi di maggio e giugno ecco arrivare il Mignattino e la Sterna in migrazione pre-nuziale. Mentre tra le lunghe canne risuona il richiamo della Cannaiola e del Pendolino, l'occhio attento del visitatore può scorgere i nidi della Folaga, della Gallinella d'acqua e del Tuffetto in compagnia di alcuni esemplari di Spatola. In estate le zone più aperte del lago sono invece frequentate dai primi gruppi familiari di Marzaiole e Folaghe, e dalla rara Pernice di mare.

In autunno i limicoli sono più numerosi che in primavera, i primi a giungere dopo un lungo viaggio sono il Piro Piro boschereccio e Culbianco, il Corriere piccolo e grosso e poi il Gambecchio, la Pantana, la Pettegola, il Totano moro, e per ultima a fine febbraio la variopinta Pittima reale.

Arriva poi l'Alzavola, il Germano reale e la Marzaiola che si fermano a svernare. Lungo le coste del lago trovano rifugio anche alcune specie di mammiferi come la Volpe, il Coniglio selvatico e la Donnola. Anche i Rettili e gli Anfibi annoverano molte specie.

 

Servizi e strutture

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La Riserva è dotata di un Centro visite da cui partono diversi sentieri naturalistici, che permettono di conoscere e vivere sul campo la natura dell'area protetta in tutti i suoi aspetti. Un percorso, ad esempio, attraversa il canneto (d'estate si può attraversare il fiume in secca). Inoltre esperte guide Lipu potranno accompagnare i visitatori e far apprezzare al meglio le peculiarità botaniche e i diversi momenti della vita selvatica. Numerose le attività organizzate: escursioni guidate, educazione ambientale, vigilanza, ricerche, censimenti e monitoraggio continuo delle principali specie animali e vegetali.

Da visitare in zona

Nell'arco di circa 30 minuti dalla Riserva, seppur in direzioni diverse, meritano una visita Licata con il Castello Sant'Angelo, Vittoria con la vicina necropoli di Camarina e Ragusa con il Duomo di San Giorgio e gli scavi archeologici nella città vecchia.

Martedì, 20 Agosto 2013 10:34

Oasi Carloforte

Località Carloforte (CI). Situata nella porzione occidentale dell'Isola di San Pietro, l'Oasi Carloforte si estende lungo circa 6 chilometri di costa intatta.
Apertura al pubblico L'Oasi può essere visitata mettendosi in contatto con il Responsabile Oasi. Anche le visite guidate di gruppi e scolaresche devono essere prenotate tramite contatto con il Responsabile Oasi.
Come arrivare Per raggiungere l'Isola di San Pietro è necessario raggiungere le località di Porto Vesme oppure di Calasetta da dove partono i traghetti per raggiungere Carloforte. Porto Vesme e Calasetta sono raggiungibili da Cagliari percorrendo la strada statale n. 130 in direzione Iglesias da dove proseguire per la strada statale n. 126 in direzione Carbonia. Poi seguire le indicazioni per il traghetto, sia per Porto Vesme (Porto Scuso) che per Calasetta.
Superficie 414 ettari
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Telefono 338 2776307
Responsabile Luciano Durante

L'isola di San Pietro, di origine vulcanica, è "protetta" dal vigile occhio del Falco della regina che ogni estate sceglie queste scogliere per nidificare. Proprio per salvare questo splendido rapace, minacciato dal bracconaggio e dalla raccolta di uova e piccoli da parte di collezionisti e falconieri, la Lipu per mezzo dei volontari della Sezione di Oristano ha promosso fin dal 1980 un campo di studio e sorveglianza. Da questa esperienza è successivamente nata l'Oasi di protezione faunistica, istituita dalla Regione Sardegna nel 2011 e gestita dalla Provincia di Carbonia-Iglesias, dal Comune Carloforte e dalla Lipu. Ma l'ispiratrice delle attività di tutela della Lipu è la "giudichessa" sarda Eleonora d'Arborea che fin dal 1400 dichiarò protetti tutti i falchi della Sardegna (da lei la specie prende il nome, Falco eleonorae).

Habitat

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L'Oasi Carloforte presenta una notevole varietà di ambienti naturali che le conferiscono un aspetto insolito e selvaggio. L'Oasi rappresenta un importante luogo di sosta e nidificazione per moltissime specie di uccelli. La specie più rara e importante è il Falco della regina, che si riproduce esclusivamente sulle scogliere a picco sul mare in isole del Mar Mediterraneo. Ogni estate, circa 100 coppie di falchi arrivano dal Madagascar per nidificare nell'Oasi e dal mese di Maggio le scogliere sono vivacizzate dal vociare, dai voli di corteggiamento, dalle picchiate sulle prede e dalle delicate fasi della riproduzione di questi splendidi rapaci. Ma si possono osservare anche altre specie, come il Gheppio, la Poiana ed il Pellegrino. Sopra il limpido e azzurro mare volteggia poi il rarissimo Gabbiano corso dal particolare becco rosso corallo, mentre il Marangone dal ciuffo, posato su uno scoglio o intento a pescare, cattura la nostra attenzione con il suo buffo comportamento. Tra i fitti e intricati arbusti della macchia mediterranea trovano rifugio una notevole varietà di piccoli Passeriformi: l'Occhiocotto, la Magnanina comune, la Magnanina sarda e la Sterpazzolina. Sulle rocce assolate è facile sentire il melodioso e gorgheggiato canto del Passero solitario.

foto: A. Mazzafoto: A. Mazza

Servizi e strutture

Le visite guidate, per scoprire e conoscere l'Oasi in tutti i suoi ambienti, si snodano attraverso diversi sentieri natura corredati da pannelli didattici e che partono dal Centro visite in località Capo Sandalo. In estate, per potenziare le attività di visita e di sensibilizzazione, è attivo anche il Campo base in località Cala Fico.

Numerose le attività dell'Oasi Carloforte: campo estivo di sorveglianza e studio del Falco della regina, visite guidate, educazione ambientale, tutte a disposizione dei visitatori e dei volontari mettendosi direttamente in contatto con il responsabile dell'Oasi.

Da visitare in zona

Adiacente al paese di Carloforte merita una breve escursione la salina popolata durante le migrazioni da molte specie di uccelli acquatici.

Martedì, 20 Agosto 2013 10:32

Oasi Gravina di Laterza

Località Laterza (TA). L'Oasi è interamente compresa nel territorio comunale di Laterza, partendo proprio dalla periferia del paese
Apertura al pubblico Il regolamento dell'Oasi è in fase di revisione, prevederà alcuni giorni nel corso della settimana destinati alla fruizione da parte di scolaresche (da giovedì a sabato) e di gruppi organizzati, famiglie e singoli visitatori (domenica e festività). Attualmente l'Oasi può essere visitata richiedendo e prenotando la visita presso il Responsabile Oasi.
Come arrivare Per giungere all'Oasi è necessario percorrere la strada statale n. 7 che da Taranto attraversa i centri di Massafra, Palagiano e Castellaneta. Attraversato il paese di Castellaneta, dopo circa 8 chilometri si volta a sinistra seguendo le indicazioni Laterza e dopo aver attraversato per intero il paese si arriva all'Oasi, all'estrema periferia meridionale.
Superficie 800 ettari
   
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Telefono 339 3311947
Responsabile Vittorio Giacoia

L'Oasi Gravina Laterza è importante perché rappresenta un habitat unico e specifico di una parte del nostro paese. Le gravine sono delle vere e proprie spaccature del suolo, una sorta di canyon incisi nel bel mezzo dell'altopiano delle Murge, e presenti soltanto in questa parte di Italia tra Puglia e Basilicata.

Habitat

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Soltanto in prossimità di questa spaccatura ci si può rendere conto dell'incredibile ed unico ambiente della gravina. Lo stupore è per le ripide pareti, in alcune zone addirittura perpendicolari al terreno, dove soltanto la roccia nuda e piccole e specializzate essenze arboree trovano le condizioni di vita. Scendendo si incontrano molte aree boscate, in alcuni casi molto dense e vecchie, dove domina il Fragno, una quercia tipica dell'Europa Sud-orientale, presente in Italia soltanto in questa zona ed ulteriore testimonianza della particolare geologia delle gravine.

Anche la fauna ha le sue particolarità e gli uccelli sono ben rappresentati con specie di assoluto fascino e di notevole importanza conservazionistica: maestosi Capovaccai (gli avvoltoi degli egizi) e più agili grillai percorrono in lungo e in largo la gravina, mentre in primavera riecheggia il canto melodioso del Passero solitario e la Monachella si esibisce nei suoi voli nuziali. Moltissimi esemplari di piccoli Passeriformi come Sterpazzolina, Scricciolo e Occhiocotto vivono e si riproducono nel folto dei cespugli e degli arbusti.

foto Cristian Grossifoto Cristian GrossiUn ambiente così particolare e per certi versi unico fornisce rifugio anche a molte specie di rettili ed anfibi, insetti e mammiferi di notevole interesse, proprio perché presenti soltanto nell'area delle gravine. è il caso del Geco di Kotschy, un piccolo rettile che vive in prossimità delle zone rocciose oppure del Colubro leopardino, un serpente dai bellissimi colori rossoneri frequente nel fondo della gravina. Ed ancora alcune specie di pipistrelli che frequentano gli anfratti rocciosi delle pareti e che nelle sere di estate escono in cerca di insetti di cui nutrirsi.

L'Oasi di protezione della fauna della Gravina di Laterza è stata istituita nel 1984 in base alla legge regionale sull'attività venatoria. Dal 1999 l'Oasi è gestita dalla Lipu in collaborazione con Provincia Taranto e Comune Laterza. E dal 2006 è inserita all'interno del Parco regionale "Terra delle Gravine".

Servizi e strutture

L'Oasi è dotata di un parcheggio per autovetture, di un Centro visite con aula didattica e diorama sulla gravina, di una rete di sentieri-natura corredata da pannelli didattici ed informativi.

Da visitare in zona

Anche le altre gravine della zona hanno spunti di interesse e meritano almeno una sosta. La città di Laterza, di interesse storico artistico, è famosa nel mondo per le sue ceramiche.

Martedì, 20 Agosto 2013 10:25

Riserva naturale Crava Morozzo

Località Via Pesio 3 12047 - Rocca de' Baldi (CN). Situata in una zona di pianura, tra il fiume Tanaro e la Stura di Demonte, alla base della catena alpina.
Apertura al pubblico La Riserva naturale sempre aperta, dall'alba al tramonto. Ingresso gratuito.
Le visite guidate per gruppi o scolaresche devono essere prenotate al Centro visite.
Come arrivare Percorrere l'autostrada A6 (TO-SA) ed uscire al casello di Carru. Da qui imboccare la strada statale n. 22 (Cuneo-Mondovì) fino al paese di Rocca de' Baldi, poi seguire le indicazioni e le frecce stradali della Riserva naturale.
Superficie 300 ettari
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Telefono 3477648262
Responsabile Enrico Rinaldi

La Riserva naturale Crava Morozzo è la prima area protetta nella storia della Lipu (con la dizione Oasi di Crava Morozzo).  E' stata istituita nel 1979 grazie ad una delibera e ad accordi tra i Comuni di Morozzo, Mondovì e Rocca de' Baldi e la Provincia di Cuneo. Successivamente individuata come Riserva naturale speciale dalla Regione Piemonte e inserita all'interno del Parco regionale Alta Valle Pesio.

L'Oasi prima, ed adesso la Riserva naturale, è nata con lo scopo di tutelare la zona umida e valorizzarne le potenzialità naturalistiche ed educative. Al suo interno presenta diverse tipologie ambientali: due bacini artificiali costruiti per scopi idroelettrici ed ora rinaturalizzati (di proprietà di Enel), un tratto lungo circa 3 chilometri del torrente Pesio, boschi ed aree coltivate circondate da siepi. Attualmente è inserita all'interno del Parco regionale del Marguareis, ente con il quale la Lipu collabora per attività gestionali.

Habitat

L'insieme degli ambienti della Riserva naturale favorisce la presenza di una flora molto ricca e diversificata. Crava Morozzo rappresenta una zona umida di notevole importanza per la nidificazione e la sosta di numerose specie di uccelli acquatici. Le stagioni migliori per le osservazioni ornitologiche sono sicuramente l'autunno e l'inizio della primavera. In questi periodi, alle specie sedentarie quali il Germano reale, la Folaga e il Tuffetto, si aggiungono quelle migratrici quali il Moriglione, la Marzaiola, il Mestolone, l'Alzavola, il Codone, l'Airone rosso e cenerino, la Nitticora, il Cavaliere d' Italia (che negli ultimi anni ha iniziato a riprodursi nell'area protetta).

La rilevanza della Riserva naturale per la sosta deigli Uccelli migratori è dimostrata anche dalla presenza di specie poco comuni come il Mignattino e il Falco di palude. Abbondante la vita selvatica legata agli ambienti sia boschivo, sia fluviale. Dove la Tifa è più densa il Tuffetto e la Folaga costruiscono i loro nidi galleggianti, mentre i boschi ripariali coperti da cespugli intricati sono preferiti dall'Usignolo di fiume e, in inverno, dalla mimetica Beccaccia. Una freccia azzurra in volo radente ed alcuni sassi sul torrente macchiati di bianco segnalano la presenza del bellissimo Martin pescatore e del Merlo acquaiolo, caratteristici abitatori, insieme al Piro Piro piccolo, dell'ambiente di fiume. Anche l'osservazione dei rapaci porta buoni frutti: si possono infatti incontrare diverse specie come il Gheppio, l'Allocco, la Civetta e la Poiana.

Servizi e strutture

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La visita della Riserva è facilitata dalla presenza di sentieri natura, corredati da pannelli didattici, che la percorrono costeggiando il fiume Pesio, giungendo ai due laghi dove sono localizzati i capanni di osservazione. Un casale completamente ristrutturato ospita il Centro visite (di proprietà dell'Associazione), davanti allo stagno ricreato con acqua bassa e folta vegetazione palustre, che accoglie molte specie di anatre, aironi e limicoli. È un vero e proprio Centro di educazione ambientale, dove vengono organizzate moltissime attività per bambini e ragazzi. Il Centro visite, inoltre, è dotato di un'aula didattica, una sala proiezioni, una sala osservatorio, spazi e materiali per giochi collettivi e servizi igienici. In via di risistemazione la Foresteria (di proprietà del Parco regionale) con 14 posti letto.

Da visitare in zona

Il Parco regionale del Marguareis merita certamente una visita: al confine con la Francia, in prossimità dei rifugi, è possibile osservare la tipica fauna alpina.

I murales di Crava. Passeggiando nel centro di Crava è possibile ammirare, sulle facciate di alcune abitazioni, i “murales naturalistici” raffiguranti alcuni esemplari di uccelli ospiti dell’Oasi: l’airone cenerino, l’airone rosso, le cicogne, il cardellino, le rondini, l’upupa, il gufo.

Borgo di Rocca de' Baldi: importante Borgo dove spicca il castello. Alle origini, nel sec. XIII, il Castello fu un edificio con carattere prettamente difensivo, costituito dalla torre e da alcune stanze adiacenti. Il Castellano, governatore all’epoca, nominato dalla città di Mondovì, abitava nella torre e teneva le chiavi del villaggio. Con il passar del tempo il Castello si ingrandì e, da elemento della cinta muraria, si trasformò in palazzo residenziale. Nel 1710, su progetto dell’Arch. Francesco GALLO, venne realizzata una nuova ala, che attualmente si presenta di colore rosa.
 

 
Località Casacalenda (CB). La prima area protetta del Molise si estende alle pendici dei Monti Frentani, tra il massiccio del Matese e la costa adriatica, interamente nel territorio comunale di Casacalenda.
Apertura al pubblico L'Oasi è aperta al pubblico tutto l'anno nei giorni di giovedì, venerdì, sabato e domenica (con orario 10-12.30 e 14.30-18.30). Possibili chiusure nei mesi invernali per le condizioni atmosferiche. Si possono prenotare visite guidate per gruppi o scolaresche tramite contatto con il Responsabile.
Come arrivare Dall'autostrada A14 (Bo-Ba-Ta), uscire a Termoli e proseguire sulla SS647 in direzione Campobasso e uscire a Casacalenda. Seguire le indicazioni per Bonefro lungo la SS n. 376. Qui seguire le indicazioni per la Riserva. Dall'autostrada A1 (Rm-Na) uscire a San Vittore e quindi seguire le indicazioni per Campobasso- Termoli. Poi la SS n. 647 ed uscire a Casacalenda.
Superficie 146 ettari
sito web www.lipumolise.altervista.org
email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Telefono 347 6255345
Responsabile Carlo Meo

La Riserva occupa i due terzi del Bosco Casale, un querceto collinare che anticamente ha ospitato l'accampamento di Annibale nella vicina Gerione. Negli anni Venti la zona viene inserita nel piano dei tagli cedui ventennali che si fermarono solo nei primi anni Novanta, quando il Comune di Casacalenda, proprietario dei terreni, trasforma il bosco in Oasi di protezione della fauna. Nel 2019 viene istituita dalla Regione Molise la Riserva Naturale, affidata in gestione alla Lipu, tramite apposita convenzione con il Comune di Casacalenda. La Riserva è formata da un bosco deciduo di 146 ettari, situato a circa 800 metri sul livello del mare. in un’area a forte vocazione agricola e selvicolturale. Inserita nel 1995 dal ministero dell'Ambiente nell'Elenco nazionale delle aree naturali protette, è stata recentemente riconosciuta quale Zsc (Zona speciale di conservazione) per la rete europea Natura 2000.

Habitat

Tipici elementi di questo bosco di Cerro sono i suggestivi Farnetti con sottobosco formato da Biancospini e Agrifogli. I sentieri sono incorniciati dalle rosse bacche del Corniolo e dai profumati fiori bianchi del Prugnolo, dal candido Narciso dei Poeti e dal raro Citiso villoso. Tre piccoli ruscelli e uno stagno ospitano l’Ululone appenninico e la Salamandrina di Savi. L'insieme dei vari ambienti e il divieto di caccia hanno creato un rifugio ideale per le oltre 110 specie di uccelli censite.

Tra i rapaci nidificanti è abbastanza facile scorgere la Poiana, il Falco pecchiaiolo (simbolo della Riserva) e lo Sparviere, un vero specialista nella cattura dei piccoli uccelli con i suoi spettacolari inseguimenti. In primavera si può avere l'occasione di ammirare il volo planato del Nibbio reale e il Lodolaio. Dal folto del bosco arrivano il canto flautato del Rigogolo e i chiassosi allarmi della Ghiandaia e del Picchio verde. Sempre in primavera il bosco è ravvivato dai canti di Tordo bottaccio, Picchio muratore, Fiorrancino, Luì piccolo e altri piccoli passeriformi insettivori che nidificano invece negli strati bassi della vegetazione. Più in alto, nello strato arboreo, le specie più comuni sono il Colombaccio, il Picchio rosso minore e la Tortora comune. Dopo il tramonto fanno la loro comparsa i più elusivi mammiferi e il Sentiero natura diventa teatro delle cacce del Lupo appenninico e del Gatto selvatico.

 

Tra i rapaci nidificanti è abbastanza facile scorgere la Poiana, il Falco pecchiaiolo e lo Sparviere, un vero specialista nella cattura dei piccoli uccelli con i suoi spettacolari inseguimenti. In primavera si può avere l'occasione di ammirare il volo planato del Biancone, esperto cacciatore di rettili, oltre al Nibbio reale e al Lanario; mentre dal folto del bosco arrivano il canto flautato del Rigogolo, simbolo dell'Oasi, e i chiassosi richiami della Ghiandaia, del Picchio verde e della Gazza. Sempre in questa stagione l'Oasi è ravvivata dallo Scricciolo e il Luì piccolo, Capinera, Pettirosso e piccoli passeriformi insettivori che nidificano negli strati bassi della vegetazione. Più in alto, nello strato arboreo, le specie più comuni sono le Cince, il Canapino e la Tortora. Verso il tramonto fanno la loro comparsa i rapaci notturni e con un po' di pazienza si possono sentire i versi dell'Allocco, del Gufo comune e del Barbagianni.

Servizi e strutture

Un Sentiero natura, corredato da pannelli didattici, permette ai visitatori il riconoscimento immediato delle diverse specie di fiori e dei tanti animali. Il percorso si snoda all'interno del bosco, passando tra le pozze naturali degli anfibi e i siti di osservazione delle farfalle.

L'Oasi dispone di un Centro visite, di un'apposita Eco-Ludoteca, sala proiezioni, Sentiero natura, pannelli didattici, parcheggio. Molti gli Eventi natura organizzati per coinvolgere i visitatori nella vita del bosco: dalla Festa di compleanno dell'Oasi alle liberazioni di rapaci, dalle escursioni guidate ai programmi per le scuole.

Da visitare in zona

Il centro storico di Casacalenda (Terravecchia) con il palazzo ducale del 1200 e la chiesa di Santa Maria Maggiore del 1400.

Martedì, 20 Agosto 2013 10:11

Riserva naturale Palude Brabbia

Località Inarzo (VA) Via Patrioti, 22. La Riserva naturale è situata nella porzione meridionale del Lago di Varese e territorialmente è compresa nei comuni di Casale Litta, Cazzago Brabbia, Inarzo, Ternate e Varano Borghi.
Apertura al pubblico La Riserva è visitabile tutto l'anno, dall'alba al tramonto. Nei week-end da marzo a giugno e da settembre a novembre dalle 9.00 alle 17.30. Nei restanti giorni dell'anno il personale può essere impegnato in Riserva. L'aula museo-didattica è invece utilizzata come supporto durante le visite guidate e le lezioni per le scolaresche in visita nella Riserva.
Come arrivare Per raggiungere il Centro visite e l'ingresso della Riserva, situati nel paese di Inarzo, è necessario percorrere l'autostrada A8 (Milano-Varese) ed uscire a Buguggiate, seguendo le indicazioni Lago di Varese. Prendere le indicazioni per Varese e percorsi circa 3 chilometri, girare a sinistra per Bodio e Buguggiate e dopo circa 6 chilometri seguire le indicazioni Inarzo.
Superficie 459 ettari
sito web www.lipupaludebrabbia.it
email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Telefono 0332 964028
Responsabile Ravasio Barbara

La Palude Brabbia sorge su una ex torbiera che, a partire dalla metà dell'800 e fin dopo la seconda guerra mondiale, è stata sfruttata intensamente per lo scavo della torba. Oggi è un'importante Riserva naturale con sentieri e strutture d'osservazione per gli amanti del Birdwatching, durante l'anno ospita eventi per adulti, bambini e scuole.

Dal 1983 è individuata come Riserva naturale dalla Regione Lombardia ed affidata alla Provincia di Varese che la gestisce in collaborazione e tramite una convenzione con la Lipu. È riconosciuta come "zona umida di importanza internazionale" in base alla Convenzione di Ramsar.

Habitat

Per la sua varietà di ambienti, la Riserva naturale Palude Brabbia è certamente molto interessante e ricca di vita selvatica. Sono infatti 160 le specie di uccelli segnalate nell'area protetta come la rara Moretta tabaccata e il Beccaccino. Nelle stagioni migratorie si possono osservare ben nove specie di anatre, tra cui la Marzaiola e il Mestolone, e alcuni rapaci come l'inconfondibile Falco pescatore. Tra i Passeriformi, anche grazie all'attività della Stazione di inanellamento,è stato più volte osservato l'elusivo Pettazzurro e, dove la vegetazione è più folta, troviamo la Salciaiola, il Cannareccione, la Cannaiola comunee la Cannaiola verdognola.

Sostieni questo paradiso di biodiversità, aiuta le Oasi LipuCon una donazione puoi permettere ad Oasi e Riserve di sopravvivere e agli animali di rimanere liberi e protetti nei loro preziosi habitat naturali.

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Questi ultimi si riproducono nel folto canneto della palude e i loro richiami ci accompagnano per tutta l'estate. Tra le canne vivono anche i Rallidi: il più raro è la Schiribilla, difficile da osservare, mentre il Porciglione è stato eletto simbolo della Riserva per la sua presenza costante. La Palude Brabbia ospita inoltre una colonia di oltre cento coppie di Aironi, dove si riproducono l'Airone rosso, l'Airone cenerino e la Nitticora.

Nei boschi vivono molti esemplari di picchi: il Picchio verde fa spesso sentire al visitatore la sua "risata", mentre è più difficile accorgersi della presenza del raro Picchio rosso minore. Numerose infine le specie di rapaci diurni: Albanella reale, Falco di palude, Nibbio bruno, Sparviero, Poiana, Gheppio, Smeriglio, Lodolaio e Falco pellegrino. Tra i rapaci notturni è accertata la presenza del Gufo comune e del Gufo di palude.

Servizi e strutture

Lungo i numerosi sentieri sono dislocati dei pannelli didattici che permettono al visitatore di apprezzare la natura della Riserva anche senza una guida specializzata. La Riserva naturale è dotata di un Centro visite (nel paese di Inarzo), Sentieri natura, capanni d'osservazione, stagno didattico e di un'apposita "imbarcazione" che conduce ad un capanno galleggiante. Appuntamenti annuali sono gli Eventi natura a tema, come le uscite alla scoperta delle piante medicinali, quelle notturne in cerca di lucciole e gufi, oppure all'alba per ascoltare i cantori del canneto, il Birdwatching invernale, "Andar per rapaci", "Giocando con la palude", animazione per bambini.

Da visitare in zona

Vale sicuramente la pena visitare il Lago di Varese.

Martedì, 20 Agosto 2013 10:03

Riserva naturale Palude Ostiglia

Località Ostiglia (MN). Al confine tra le province di Mantova e Verona, tra Lombardia e Veneto, nel bel mezzo della Pianura Padana.
Apertura al pubblico  
Come arrivare In auto, raggiungere Mantova e da qui prendere la strada statale n. 482 in direzione Ferrara e prima di giungere ad Ostiglia, dopo l'abitato di Serravalle a Po, girare a sinistra seguendo le indicazioni stradali della Riserva. In treno, invece, la stazione ferroviaria di Ostiglia si trova lungo la direttrice Bologna-Brennero. Dalla stazione di Ostiglia si può raggiungere la Riserva che dista circa 3 chilometri.
Superficie 81 ettari
sito web www.paludidiostiglia.it
email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Telefono 338 1271898
Responsabile Giulio Benatti e Direttore della Riserva naturale Daniele Cuizzi

L'area occupata dalla Riserva naturale Palude Ostiglia è ultimo lembo dell'antica valle Silva Hostilia che si originò a seguito della costruzione di un canale che doveva collegare il fiume Tartaro al canale Molinella.

Il nome della palude deriva dal corso d'acqua che l'attraversa da Nord a Sud, coincidente con il confine regionale tra Lombardia e Veneto.

Nel 1983 è stata istituita dalla Regione Lombardia la Riserva naturale Paludi di Ostiglia e affidata in gestione al Comune di Ostiglia che dal 1986 si avvale della collaborazione della Lipu per le attività di conservazione della natura e di educazione e sensibilizzazione ambientale.

Habitat

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Tra tutti gli animali della Riserva naturale, sicuramente gli uccelli sono tra quelli la cui presenza difficilmente passa inosservata. Le specie individuate sono circa 180, di cui circa 60 nidificanti, anche se, con il mutare delle stagioni, cambia la loro composizione specifica e l'abbondanza. Ben rappresentate sono le famiglie degli Aironi, con l'Airone rosso (nidificante con decine di coppie), il Tarabusino e la Nitticora, e delle Anatre con il Germano reale, la Marzaiola e il Mestolone.

Ma anche i rapaci frequentano la Riserva: il Falco di palude (anch'esso nidificante), l'Albanella reale in inverno e la Poiana. E poi le altre numerosissime specie acquatiche: Porciglione, Gallinella d'acqua, Folaga, Beccaccino, Pettegola, Pantana, Cannaiola, Salciaiola, Forapaglie. Una serie di incontri veramente speciali a cui dobbiamo aggiungere la costante presenza del Migliarino di palude, simbolo della Riserva, e l'interessante ed intenso passaggio migratorio del Pettazzurro, considerato occasionale fino a qualche anno fa.

Panorama della Riserva naturale (foto: Giulio Benatti)Panorama della Riserva naturale (foto: Giulio Benatti)

L'ambiente palustre, poi, con la presenza di molti microambienti, permette la crescita di organismi invertebrati e vertebrati di estremo interesse.

Servizi e strutture

Il Sentiero natura principale segue il tratto d'argine del Canal Bianco che dal parcheggio conduce al Centro visite. Si prosegue poi lungo l'argine perimetrale della palude, inoltrandovisi per qualche decina di metri fino a raggiungere i tre capanni di osservazione. Accompagnati dal Responsabile della Riserva, seguendo sempre l'argine perimetrale si può compiere il giro completo della palude, percorrendo il sentiero anche nella zona veneta.

La Riserva naturale è dotata di Centro visite, con sala audiovisivi e materiale informativo, e tre capanni per l'osservazione. Tra le attività della Riserva si segnala l'organizzazione di una serie di giornate a tema (Eventi natura), di escursioni guidate alla scoperta della flora e della fauna, di un ricco programma di educazione ambientale per le scuole, di ricerche e monitoraggio della fauna, uccelli in particolare.

Un canale in autunno (foto: Giulio Benatti)Un canale in autunno (foto: Giulio Benatti)

Da visitare in zona

Sempre nel territorio comunale di Ostiglia è stata istituita un'altra Riserva naturale, quella dell'Isola Boschina. Mantova può essere raggiunta in 30-40 minuti di macchina.

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