Il pettirosso
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Piccolo, colorato, con un carattere vivace e un canto melodioso. Il pettirosso è il simbolo della vita che sopravvive anche nel freddo dell’inverno e forse è per questo che da sempre ha emozionato l’uomo.
C’è una frase che, prima o poi, tutti i bambini si sono sentiti dire: “Lasciamo le briciole per i pettirossi”. Nella maggior parte delle nostre città di piccole e medie dimensioni, ci accorgiamo del pettirosso solo con l’arrivo dell’inverno, con il gelo e la neve, perché, essendo assente nel resto dell’anno, é solo in quel momento che ci rendiamo conto di lui, quando le sue piume risaltano sul bianco dei nostri terrazzi, giardini e cortili. Da sempre l’uomo è affascinato da questo uccello così piccolo, all’apparenza fragile, e proprio per questo lo ha reso protagonista di leggende, favole e poesie.
Il pettirosso nelle leggende
Il pettirosso compare già nella mitologia celtica. Per i popoli del nord era infatti uno dei simboli del dio Thor, portatore di nuvole e tempesta. Esistono anche diverse tradizioni popolari che cercano di spiegare il suo particolare piumaggio. Secondo una nota leggenda cristiana, i pettirossi erano in origine tutti grigi, dal capo alla coda.
Un pettirosso si trovava sul Golgota e, vedendo un uomo crocifisso, cercò di liberarlo dalla corona di spine che portava in testa e, nel farlo, si macchiò il petto con il suo sangue. Per ringraziare il piccolo uccello, Gesù Cristo (l’uomo era lui) decise di lasciarli quel segno rosso così che tutti gli uomini potessero riconoscere da lontano quella creatura così generosa. E da quel giorno, secondo la leggenda, il pettirosso ha assunto il colore che tutti conosciamo.
La grazia del canto
Non il piumaggio, ma il canto corto e gorgheggiante del pettirosso ha ispirato scrittori, poeti e musicisti. Chopin, ammirato da una voce così pura e melodica, cercò di imitarla nel tema principale della Grande Polonaise brillante (un onore che ha procurato al pettirosso il soprannome di “Chopin dell’aria”). La poetessa americana Emily Dickinson dedica al pettirosso alcuni dei suoi versi più famosi e commoventi:
Se io potrò impedire
a un cuore di spezzarsi
non avrò vissuto in vano.
Se allevierò il dolore di una vita
o aiuterò un pettirosso caduto
a rientrare nel nido
non avrò vissuto invano.
Mentre dall’altra parte del mondo, il poeta libanese Khalil Gibran si rivolgeva al pettirosso con queste parole: “Avrei voluto essere come sei tu/libero da prigioni e catene”.
Il pettirosso nei biglietti di auguri
L’immagine del pettirosso è stata spesso utilizzata come illustrazione d’amore. Furono gli osservatori inglesi, già nel diciannovesimo secolo, a notare per primi che a dicembre, come in periodo riproduttivo, i pettirossi delimitano un’area “invernale”, difendendola strenuamente. Da allora, le cartoline natalizie inglesi sono apparse decorate con immagini di pettirossi in stile vittoriano e, ben presto, si diffusero, oltre all’intera Gran Bretagna, anche nel resto d’Europa. Ma è solo in un secondo momento che l’immagine del pettirosso diventa anche un’icona romantica.
Che caratterino...
Diversamente da quanto si possa immaginare, il pettirosso è un uccello tutt’altro che mansueto.
Solitario e in continuo movimento, dimostra la sua indole aggressiva verso i propri simili di cui non ama la vicinanza, soprattutto nella stagione dell’accoppiamento (ma anche in inverno), periodo durante il quale può arrivare ad ingaggiare lotte sanguinose con i rivali nel corteggiamento delle femmine.
Un carattere temerario celato sotto insospettabili vesti: forse è proprio questo il motivo per cui gli uomini hanno sempre subito il fascino discreto del pettirosso.
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